Farnia

Quercus robur L.

Una delle querce dall’areale più ampio in Europa, è presente in Italia soprattutto nella zona settentrionale e centrale, nelle piane alluvionali e nelle valli umide. Formava insieme al carpino bianco le foreste naturali che ricoprivano un tempo tutta la pianura padana, dei quali ormai non rimangono che pochi lembi.

Dimensioni e portamento: grande e maestoso albero deciduo che raggiunge mediamente i 30 metri di altezza, anche se si trovano esemplari alti fino a 50 m. Specie molto longeva, può superare i 500 anni di vita. Le foglie, dal picciolo molto corto (sessili), in autunno si colorano di giallo bruno e restano secche sulla pianta per molto tempo. I frutti sono ghiande ovoidali, singole o a mazzetti di 2-3, portate su un lungo peduncolo sottile.

Temperatura ed esposizione: originaria delle grandi foreste planiziali dell’Europa centrale e orientale, predilige un clima continentale con inverni rigidi (non teme le gelate) e estati calde ma mai secche. È piuttosto esigente in termini di luce: le piante giovani di farnia possono sopravvivere anche all’ombra, ma a partire all’incirca dai due anni d’età diventa una specie eliofila, la cui crescita necessita di un’illuminazione intensa. La preferenza va pertanto ad una messa a dimora in posizione di pieno sole. La farnia sopporta molto bene i venti ed adatta ad una collocazione in luoghi aperti, anche come esemplare isolato.

Esigenze idriche e terreno: predilige terreni argillosi, fertili e profondi, dotati sempre di un sufficiente livello di umidità. È consigliabile dunque provvedere con alcune abbondanti irrigazioni durante le stagioni più calde, specialmente nei primi anni seguenti allo messa a dimora dell’albero. Gli esemplari nei primi anni di vita hanno uno sviluppo migliore se si effettuano pacciamature con materiale organico.