Acero montano

Acer pseudoplatanus L.

Bell’acero che vegeta nella fascia collinare e della prima montagna, iniziando a comparire con regolarità nei boschi di latifoglie dai 500 metri fino ai 1.500. Nel nostro paese è diffuso un po’ ovunque si presentino tali caratteristiche ambientali. Molto comune sulle Alpi e sugli Appennini settentrionali e centrali, diviene raro in pianura, ma può adattarvisi se seminato o messo a dimora. Si trova lungo le strade, ai margini delle foreste di conifere, frammisto alle faggete, nei prati e nei pascoli in abbandono dove è fra le prime piante ad alto fusto colonizzatrici insieme al frassino, nei boschi radi e luminosi.

Dimensioni e portamento: albero di grandi dimensioni, capace di raggiungere i 30 metri di altezza e sviluppare una chioma con un diametro di 10 metri. L’acero montano può essere coltivato come albero ad alto fusto o tenuto basso con ripetute potature per formare macchie di vegetazione sfruttando la forte capacità di ricaccio. In autunno il verde brillante delle foglie si trasforma in un giallo oro, di grande effetto. Pianta di rapido accrescimento, è abbastanza longeva, potendo vivere circa 150 anni.

Temperatura ed esposizione: se allevato come albero ad alto fusto, è opportuno mettere a dimora l’acero montano in un terreno libero e profondo, ben illuminato e non ombreggiato da edifici o da altre piante, perché la pianta prenderebbe una forma sfilata, formando internodi lunghi, tronco spoglio, e deboli ramificazioni laterali. Tollera bene le gelate invernali, mentre soffre il caldo torrido in estate.

Esigenze idriche e terreno: l’acero montano predilige terreni freschi e umidi, meglio se ben drenati, e non si adatta a suoli troppo sciolti, sabbiosi e aridi. Pur resistendo in età adulta a periodi di siccità, predilige irrigazioni regolari, in particolare gli esemplari giovani.